Le sue parole erano rivolte al Signore
Credit Foto – Le Iene
Le sue parole erano rivolte al Signore
«Ti amo, Dio»: la preghiera di uno dei ragazzi del bus dirottato.
In tanti hanno creduto di sentire urlare «Ti amo io, ti amo».
Ma Guglielmo uno dei ragazzini che fuggiva dallo scuolabus dirottato lo scorso 20 marzo da Ousseynou Sy in realtà ha confessato di aver gridato «Ti amo Dio, ti amo».
Le sue parole erano rivolte al Signore, come racconta lui stesso: «Sul pullman eravamo tutti disperati e anch’io ho voluto fare la mia preghiera e quando siamo riusciti a salvarci mi è sembrato che si fosse avverata quindi ho voluto ringraziare Dio e ho urlato Dio ti amo»
racconta il ragazzino in un’intervista andata in onda domenica 24 marzo sul programma tv Le Iene .
Lo scuolabus con dentro 51 ragazzi delle medie, due insegnanti e un collaboratore scolastico è stato dirottato lo scorso 20 marzo dall’autista che voleva fare un’azione dimostrativa che avesse un impatto internazionale per protestare contro le morti dei naufraghi nel Mediterraneo.
Sy era l’autista che avrebbe dovuto portare i bambini dalla scuola alla palestra.
Durante il tragitto però ha fermato l’autobus e annunciato di voler portare tutti all’aeroporto di Linate.
Prima che i passeggeri capissero cosa stesse succedendo, Sy aveva cosparso l’autobus di benzina e minacciato di uccidere tutti, hanno poi raccontato gli ostaggi.
Ai professori ha dato il compito di legare le mani dei bambini con delle fascette di plastica e di ritirare i cellulari.
Per fortuna i professori hanno messo subito in atto un piano.
Come richiesto, hanno strette le fascette ai ragazzi seduti davanti, quelli che Sy riesce a vedere e controllare dalla sua posizione, ma hanno lasciato larghe quelle dei ragazzi seduti nelle ultime file.
Rami, uno degli studenti delle ultime file, invece di consegnare il cellulare lo ha nascosto nella giacca.
Riccardo, vicino a lui, si è liberato dalle fascette e quando l’autobus è ripartito e Sy era distratto dalla guida,
ha passato il cellulare di Rami ad Adam che ha chiamato prima il 112 e poi sua madre. Sono intervenuti quindi i carabinieri che sono riusciti a bloccare il pullman.
Due di loro hanno parlato a Sy dal finestrino del conducente, mentre altri tre si sono introdotti dal retro del mezzo per liberare gli ostaggi.
Mentre i ragazzi sono scappati dal finestrino posteriore Sy ha dato fuoco al mezzo.
Le fiamme sono divampate ma tutti sono riusciti a fuggire, mentre l’uomo veniva fermato dai Carabinieri. È stato durante questa fuga che Guglielmo uno dei ragazzi ha gridato
«Ti amo Dio, ti amo»,
una dichiarazione di amore, un grazie al Signore per essersi salvato assieme a tutti i suoi compagni e poter oggi gioire e scherzare con loro.
Fonte: intervista da Le iene
«Ti amo, Dio»: la preghiera di uno dei ragazzi del bus dirottato