Suggerimenti per un Rosario recitato bene

Suggerimenti per un Rosario recitato bene

Suggerimenti per un Rosario recitato bene

 

Per recitare bene il Rosario bisogna recitarlo digne, attente, devote.

 

Digne:

(degnamente) vuol dire dire in stato di grazia o almeno non con l’intenzione di rimanere nel peccato.

«La prima e migliore disposizione per rendere efficaci le nostre preghiere è di essere in stato di grazia, o non essendovi, almeno desiderare di rimettersi in tale stato» (Catechismo maggiore di S. Pio X).

«L’orazione vocale è quella che si fa con le parole accompagnate dall’attenzione della mente e dalla devozione del cuore» (Catechismo maggiore di S. Pio X).

 

Attente:

(con attenzione) vuol dire prestando attenzione alla preghiera che si sta facendo.

Si può leggere un brano biblico, meditare brevemente il mistero, poi dire bene il Padre nostro pensando a ciò che si sta dicendo,

dire bene le dieci Ave Maria (Salutazione angelica) salutando la Madonna nel mistero che si contempla e dire bene il Gloria.

 

Devote:

(con devozione) vuol dire con devozione interna ed esterna.

«Il Rosario si deve recitare con grande devozione perché si parla con la SS. Vergine» (S. Paolo della Croce).

In particolare bisogna recitarlo senza fretta, dicendo bene le preghiere.

«Per ottenere le grazie domandate nel Pater noster bisogna recitarlo senza fretta, con attenzione e accompagnarlo col cuore» (Catechismo maggiore di S. Pio X).

Poi bisogna recitarlo senza interruzioni, «dobbiamo durante la preghiera pensare che siamo alla presenza di Dio il quale ci vede e ci ascolta»

(Ibidem) e con compostezza del corpo.

***

Per introduzione si dice un Credo sul crocifisso, un Padre nostro sul primo grano, tre Ave Maria sui tre grani successivi per chiedere di crescere nella fede, nella speranza e nella carità, e un Gloria al Padre.

Oppure: «O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto» e un Gloria al Padre.

Poi si enuncia il primo mistero, per esempio, se si stanno recitando i misteri gaudiosi, si dice:

«Nel primo mistero gaudioso si contempla l’Annunciazione», si possono leggere alcuni versetti della Bibbia seguiti da un momento di silenzio, si può dire una preghiera, si può leggere una meditazione.

Indi sul quinto grano si dice il Padre nostro e sui dieci grani successivi l’Ave Maria meditando il mistero, si conclude la decina con il Gloria (che nella recita pubblica può essere cantato).

Si può dire la preghiera di Fatima: «Quando pregate il Rosario, dite dopo ogni mistero:

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia»,

si può dire una preghiera volta ad ottenere i frutti del mistero.

Si ripete la stessa cosa per i misteri successivi.

In conclusione si dice la Salve Regina e si possono dire le Litanie Lauretane.

 

Misteri del Rosario

I misteri del Rosario sono venti, cinque gaudiosi, che ricordano la vita di Gesù e di Maria fino all’inizio della vita pubblica:

l’Annunciazione, la Visitazione, la Nascita di Gesù, la Presentazione di Gesù al Tempio, il Ritrovamento di Gesù nel Tempio;

cinque luminosi, che ricordano la vita pubblica di Gesù:

il Battesimo di Gesù, le Nozze di Cana, l’Annuncio del Regno di Dio, la Trasfigurazione, l’Istituzione dell’Eucaristia;

cinque dolorosi, che ricordano la sua passione:

l’Agonia di Gesù nel Getsemani, la Flagellazione, la Coronazione di Spine, la Salita di Gesù al Calvario con la Croce, la Crocifissione e Morte di Gesù;

cinque gloriosi, che ricordano la sua risurrezione e la gloria di Gesù e di Maria:

la Risurrezione di Gesù, l’Ascensione di Gesù al Cielo, la Discesa dello Spirito Santo, l’Assunzione, l’Incoronazione di Maria Vergine.

Se si recita solo un Rosario di cinque decine al giorno,

si usava recitare: i misteri gaudiosi il lunedì,

i dolorosi il martedì,

i gloriosi il mercoledì,

poi di nuovo i gaudiosi il giovedì,

i dolorosi il venerdì,

i gloriosi il sabato,

la domenica si recitavano i misteri gloriosi.

Con l’avvento dei misteri luminosi il giovedì si recitano questi ultimi e il sabato si recitano i misteri gaudiosi (1).

In ogni caso chi vuole recitare il “Rosario” deve recitare almeno tre corone al giorno, altrimenti si recita solo la terza parte.

(1) Questa distribuzione, se rigidamente osservata, può talvolta dar luogo a un contrasto tra il contenuto dei misteri e il contenuto liturgico del giorno: si pensi alla recitazione dei misteri dolorosi in un Natale che cada di venerdì.

In questi casi si può ritenere che «la caratterizzazione liturgica di un determinato giorno prevalga sulla sua collocazione nella settimana; come pure che non sia estraneo alla natura del Rosario compiere, in particolari giorni dell’Anno liturgico, appropriate sostituzioni di misteri, che consentano di armonizzare ulteriormente il pio esercizio con il momento liturgico». Così, ad esempio, agiscono correttamente i fedeli che il 6 gennaio, solennità dell’Epifania, recitano i misteri gaudiosi e quale «quinto mistero» contemplano l’adorazione dei Magi anziché il ritrovamento di Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme. Ovviamente queste sostituzioni vanno operate con ponderazione, con aderenza alla Sacra Scrittura e con proprietà liturgica. (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 200)

 

 

Suggerimenti per un Rosario recitato bene

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