Il Papa: la confessione, una medicina potente per l’anima e la psiche
L’importanza dell’esperienza del perdono nelle parole che Francesco ha rivolto ai partecipanti al 32.mo Corso sul foro interno promosso dalla Penitenzieria Apostolica: chi esercita il ministero della Riconciliazione è chiamato a vivere l’accoglienza, l’ascolto e l’accompagnamento nei riguardi del penitente
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Pubblicato su Vatican news il 25 marzo 2022
“Davvero numerosi: circa ottocento chierici!”, Papa Francesco lo sottolinea rivolgendosi ai partecipanti all’annuale Corso sul foro interno, che riguarda il sacramento della Confessione, organizzato in questi giorni dalla Penitenzieria Apostolica. Con loro, nell’Aula Paolo VI, sono presenti il cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore, il reggente Krzysztof Józef Nykiel, i prelati, gli officiali e il personale della Penitenzieria, i Collegi dei penitenzieri ordinari e straordinari delle Basiliche Papali in Urbe.
“Il perdono è un diritto umano”
Dando inizio al suo discorso, il Papa ribadisce “quanto sia prezioso e necessario, anche ai nostri giorni, il ministero della Riconciliazione, che rende visibile e realizza la misericordia di Dio per gli uomini”. Quindi spiega il valore del perdono facendo riferimento a una sua precedente espressione: “il perdono è un diritto umano”.
In effetti, esso è ciò a cui più profondamente anela il cuore di ogni uomo, perché, in fondo, essere perdonati significa essere amati per quello che siamo, malgrado i nostri limiti e i nostri peccati. E il perdono è un “diritto” nel senso che Dio, nel mistero pasquale di Cristo, lo ha donato in modo totale e irreversibile ad ogni uomo disponibile ad accoglierlo, con cuore umile e pentito.
I confessori, afferma ancora il Papa, “dispensando generosamente il perdono di Dio”, collaborano “alla guarigione degli uomini e del mondo”.
L’accoglienza apre il penitente alla Grazia
Accoglienza, ascolto, accompagnamento sono le tre dimensioni essenziali del ministero del confessore e Francesco desidera offrire spunti di riflessione su ciascuna: l’accoglienza, dice, è l’atteggiamento che aiuta il penitente ad accostarsi al Sacramento aprendosi al dono della Grazia. E spiega:
L’accoglienza è la misura della carità pastorale, che avete maturato nel cammino di formazione al sacerdozio ed è ricca di frutti sia per il penitente sia per lo stesso confessore, che vive la sua paternità, come il padre del figlio prodigo, pieno di gioia per il ritorno del figlio. Abbiamo noi questa accoglienza e questa gioia? La serenità di un confessore che sa accogliere, al giorno o alla sera: “Accomodati”, e lascia parlare. Creare il clima di pace, anche di gioia, no
Fonte web Vatican news
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