Frisina: “Il coro diocesano di Pescara-Penne è segno forte di una Chiesa viva”

Frisina: “Il coro diocesano di Pescara-Penne è segno forte di una Chiesa viva”
Frisina: “Il coro diocesano di Pescara-Penne è segno forte di una Chiesa viva”
Il coro riunito dell’arcidiocesi di Pescara-Penne e l’orchestra diretti da monsignor Marco Frisina

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È stato un successo, sabato sera, il concerto degli undici cori liturgici riuniti dell’arcidiocesi di Pescara-Penne diretti da monsignor Marco Frisina presso la chiesa di San Michele Arcangelo a Città Sant’Angelo. 

Una serata in musica, dal titolo “Veni Domine Iesu”, che ha visto il coro diocesano esibirsi su di un repertorio di 13 brani composti e orchestrati dal maestro Frisina,

Veni domine Iesu, Pacem in terris, O Dio Tu sei il mio Dio, You’ll never walk alone, Magnificat, Totus tuus, Salve Maria, Suite dalla colonna sonora del film San Pietro, The Shepherds, Tu scendi dalle stelle, Fermarono i cieli, Tante schiere d’angeli e Joy to the world,

più il brano di saluto Preferisco il paradiso – colonna sonora della fiction Rai su San Filippo Neri, 

eseguito insieme al coro delle voci bianche della Scuola primaria di Montebello di Bertona – dell’Istituto comprensivo di Civitella Casanova – preparato da Clara Capacchione.

 

Il coro in lingua italiana dei segni “Ci hai dato un segno”

Voci accompagnate dall’orchestra guidata dal primo violino Paolo Angelucci e dall’intensa performance del coro nella lingua italiana dei segni “Ci hai dato un segno” diretto da Barbara Minetti.

 

Un concerto in preparazione al Natale frutto di un impegno profuso per due mesi dai coristi:

«È stata una bellissima esperienza di comunione ecclesiale – commenta Roberta Fioravanti, direttrice dei cori liturgici riuniti dell’arcidiocesi di Pescara-Penne -,

ovvero quello che l’arcivescovo Valentinetti ci ha chiesto di essere attraverso il cantoun segno di comunione per la nostra Chiesa locale.

Abbiamo dimostrato, con la semplicità di un concerto, che è possibile lavorare insieme – anche rinunciando a qualcosa di sé – a favore di un progetto comune.

Il tutto attraverso uno scambio di doniquello della presenza di monsignor Frisina tra noi e della nostra riconoscenza nei suoi confronti,

per le attenzione prestateci in tanti anni, condividendo con lui la gioia di questo concerto».

E il risultato si è vistoparola di monsignor Frisina: «Sono 11 cori bellissimi e preparati benissimo – sottolinea il noto compositore -,

che hanno dato un messaggio di unità e un segno forte di questa diocesi come di una Chiesa vivadi un comunità ecclesiale vera.

Speriamo che il coro diocesano diventi sempre più protagonista delle liturgie diocesane, con lo stesso entusiasmo espresso in questa occasione.

E poi prepararsi al Natale con questa musicacon questa amicizia e con questa amore è la cosa più bella».

 

Un’emozione che Frisina vive da 34 annicon la nascita del coro liturgico della diocesi di Roma che attualmente dirige nei suoi concerti:

«Questa esperienza che ho fatto io che ora state facendo anche voi – osserva – è bellissima,perché la musica ha un potere grande quando è legata alla fedeassumendo un ruolo grande nella preghiera della Chiesain quanto la musica apre il cuore e lo orienta verso Dio.

Il Papa, durante un’udienza, ha detto che la musica unisce ed eleva. Infatti, in questo concerto si sono uniti diversi cori con impostazioni diverse, guidati da persone diverse e provenienti da persone diversema uniti dalla musica.

E la musica elevaperché ci porta ad entrare nel cuore di noi stessi e ad aprirci a Dio».

 

Ma a detta del noto compositorela musica in sé non ha alcuna importanza: «Ma in mano a Dio – riconosce monsignor Marco Frisina –

diventa straordinariaperché ci sono tanti modi per predicare e annunciare il Vangelo, ma il Signore mi ha dato la possibilità di farlo attraverso la musica.

E non potrei fare quello che faccio, se non fossi preteRicordiamoci che il nostro essere cristiani, ognuno in base alla propria vocazione, fa sì che tutte le cose – compresa la musica – diventino straordinarie,

altrimenti non servono a nienteIo posso stare nel cuore di chi prega, perché quando voi cantate, vi emozionate o vi commuovete, la mia musica sta dentro di voiio sto dentro di voi».

Tra quanti hanno reso possibili il concerto,

il sindaco di Città Sant’Angelo Gabriele Florindi,

il parroco di San Michele Arcangelo don Camillo Lancia

e, soprattutto, l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti

che ha voluto fortemente l’unione degli undici cori parrocchiali: «Con questo concerto – racconta il presule – ho goduto un pezzetto di paradisoperché la musica non fa altro che portarci in altre dimensioni,

specialmente quando ciò è trasfuso nella musica liturgica.

Attraverso i gesti, le parole e i cantiarriviamo a lasciarci toccare dal paradiso che scende sulla terra. Questo è accaduto 2 mila e più anni fa, quando il cielo si è squarciato e finalmente è arrivato il Figlio di Dio.

Ma il cielo si squarcia ogni volta che noi viviamo intensamente, fervorosamente e con gioia nel cuore la celebrazione liturgica.

È questo il sentimento che mi ha pervaso durante tutto il concerto, fino a commuovermi.

Oltretutto, conoscendo i corii singoli coristi e le loro storie, risentendo il canto che facevano e riguardando la loro esistenza,

mi dicevo “Ma queste persone vivono e cantano veramente per amore del Signore!”. E questo credo che sia la cosa più bella che possiamo vivere».

Successivamente, ironizzando, monsignor Valentinetti ha fatto partecipe il pubblico di un ulteriore sentimento:

«Un sentimento di grande doloreinvidia e difficoltà – conclude -, perché io volevo essere tra i baritoni e non c’ero.

Perché sapete che il vostro vescovo è un vescovo canterino, che canta volentieri e nella sua storia musicale ha vissuto nei cori proprio in qualità di baritono».

 

 

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