ERO SCHIAVO DELL’ALCOL E COCAINA, A MEDJUGORJE SONO GUARITO

ERO SCHIAVO DELL'ALCOL E COCAINA, A MEDJUGORJE SONO GUARITO

ERO SCHIAVO DELL’ALCOL E COCAINA, A MEDJUGORJE SONO GUARITO

“ ok mamma vengo anch’io a Medjugorje ” 

Da quel giorno non ho fatto più uso di sostanze, non ho più bevuto alcool e giocato d’azzardo, il tutto senza ricorrere a nessuna comunità terapeutica. Il Signore mi aveva guarito.

ERO SCHIAVO DELL'ALCOL E COCAINA, A MEDJUGORJE SONO GUARITO

Testimonianza audio

 

Montesilvano, 21 febbraio 2018

Nicola, schiavo dell’alcol e cocaina, nell’anno 2014 durante il pellegrinaggio a Medjugorje guarisce spiritualmente e fisicamente.. la cocaina e l’alcol lo avevano portato ad un punto del non ritorno.

Sul podbrdo cade in ginocchio davanti alla statua della Regina della Pace in un pianto ininterrotto di 50 minuti circa.

Io amministratore del sito ho vissuto in prima persona la guarigione e conversione di questa cara persona che ho conosciuto durante quel pellegrinaggio.

ERO SCHIAVO DELL'ALCOL E COCAINA, A MEDJUGORJE SONO GUARITO

Salve Fratelli e Sorelle!
Il mio nome è Nicola, ho 42 anni, sono sposato, ho 2 figli e vivo a Montesilvano. Ho vissuto fino all’età di 31 anni a Marina di Città Sant’Angelo un paesino nella provincia di Pescara. Sin da bambino ho sempre avuto il sogno di diventare un calciatore affermato e famoso.
Con tanta passione iniziai a giocare con squadre locali fino ad arrivare finalmente all’età di 11 anni circa in una squadra professionista. Da ragazzo le mie giornate trascorrevano tra allenamenti,  scuola (ero sempre uno dei migliori ), catechismo il sabato, partite al campetto e Santa Messa la Domenica.

L’estate la passavo a casa di nonna in campagna e spesso e volentieri la seguivo nei pellegrinaggi da lei organizzati    (San Francesco D’Assisi, San Gabriele dell’Addolorata, Santa Rita, Sant’Antonio di Padova) e per avere in premio qualche giochino stavo buono nel pullman e pregavo le Ave Maria insieme agli altri pellegrini (solo oggi penso fossero rosari).

Mia nonna andava spesso anche a Lourdes e Medjugorje anche durante la guerra dell’ex Jugoslavia.
La domenica spesso facevo il chierichetto invogliato dalla pizzetta che Don Giorgio comprava ai bambini dell’oratorio. Ricordo che la sera a letto prima di addormentarmi avevo l’abitudine di pregare sempre un Ave, un Padre, un atto di dolore, la preghiera all’Angelo custode , l’eterno riposo per i miei defunti ed a volte aggiungevo anche una preghiera spontanea.

La mia vita a 14 anni cambiò direzione, appena dopo la cresima , mi allontanai da Dio, dalla chiesa non frequentavo più l’oratorio e non andavo più a Messa la Domenica. Gli allenamenti impegnavano quasi totalmente le mie giornate e l’illusione di diventare un calciatore professionista cresceva in me giorno dopo giorno.
Non avevo più il tempo di studiare e pian piano mi passò anche la voglia di farlo. All’insaputa della mia famiglia iniziai a non andare più a scuola la mattina e così fui bocciato in terzo superiore per ben 2 volte, a quel punto mi ritirai e proseguii gli studi presso una scuola di recupero dove comprai il mio diploma da Ragioniere, in quell’anno conobbi Camilla e ci fidanzammo.
A 19 anni ebbi la mia prima grande delusione, il Pescara Calcio, questa era la squadra professionista con cui giocavo, mi mandò a casa e da allora iniziò la mia caduta verso il baratro, giorno dopo giorno, anno dopo anno vivevo senza fede, senza Dio mentre satana indisturbato stava attuando la sua opera diabolica.
Iniziai a vivere in modo dissoluto, mi immersi nel mondo e nella notte, con tutto quello che le tenebre comportavano.
Frequentavo quotidianamente bar, pub, discoteche, persone sbagliate e fù allora che iniziai a far uso
di sostanze, all’inizio solo spinelli, a bere alcool e con il gioco d’azzardo ( poker e slot machine).
Lavoravo nel settore edile, facevo il rappresentante ed ho anche ingannato tante brave persone.
Continuavo anche a giocare a pallone nel settore dilettanti e guadagnavo parecchio.
Nel 2005 mentre ero in un locale con amici a festeggiare il capodanno, ebbi la mia prima esperienza con la cocaina.
In quegli anni non accettavo che il sogno di diventare calciatore svanisse per sempre e compensavo con la cocaina, mi faceva sentire bene e poi lo facevano tutti quindi non avevo nessun senso di colpa (questi i pensieri che il demonio mi metteva in testa), e continuai ad assumerla costantemente.
A 31 anni andai a vivere insieme a Camilla, ovviamente portavo con me tutte le mie paure, ansie, problemi e dipendenze, avevo conosciuto la cocaina e con lei mi sentivo onnipotente, mentre la mia compagna era all’ oscuro di tutto e non sapeva in che situazione pericolosa si stava mettendo iniziando questa convivenza.
Ormai non potevo più fare a meno di quella polvere, per me era un pensiero fisso durante la giornata, la cosa peggiore e che dopo averla assunta per non essere scoperto da mia moglie prima di tornare a casa calmavo gli effetti bevendo super alcolici.

Spendevo tanto per procurarmela sottraendo soldi al bilancio familiare e poi cercavo di recuperarli giocando alle slot machine ma mi indebitavo ancora di più.
Passavo ore ed ore sul social a ficcare il naso nella vita degli altri mentre la mia stava andando in frantumi.

Spesso non avevo soldi per acquistare la cocaina, (bam bam, polvere bianca, prodotto questi sono i sinonimi di quel demone), rubavo i soldi dall’incasso dell’azienda, facevo la cosiddetta “cresta” sulla spesa di casa o quando ero proprio disperato facevo i “crick” che nel gergo vuol dire fare i bidoni agli spacciatori.
Mi riempivo la bocca di bugie con tutti e nessun mi prendeva più sul serio.

Commisi ancora tanti e gravi errori tra cui “omissione di soccorso” a seguito di un incidente stradale perché scappai senza prestare soccorso, ero strafatto di alcool e cocaina ma dopo solo un’ora mi trovarono.
Successivamente venni fermato alle 5:00 di mattina mentre guidavo in stato di ebrezza in quell’occasione iniziai a fare “festa” dalle 14:00 del giorno prima e per ben 15 ore ininterrotte sniffai cocaina e bevvi alcool passando da un locale all’altro.
Mi ritirarono la patente per ben due volte e persi il lavoro.

Nonostante tutto il Signore continuava a benedirmi infatti in quegli anni nacquero i miei due figli : Allegra ed Edoardo ed io e Camilla dopo anni di convivenza ci sposammo, ma ingrato per tutto quello che Dio mi aveva dato collaboravo inesorabilmente con il demonio e gli rendevo vita facile nell’attuare il suo piano di distruzione su di
me e sopratutto sulla mia famiglia ancor più accanito dopo il sacramento del matrimonio.
Una delle più grandi opere di satana è proprio la distruzione delle famiglie perché quest’ultima è uno dei più grandi progetti di Dio, in quanto attraverso la cellula familiare si arriva alla procreazione.

Ma se il maligno ha un piano di distruzione per ogni famiglia ne consegue sempre un piano di ricostruzione voluto dal Signore. Nella nascita dei miei figli, oggi, ci leggo un intervento di Dio, perché Allegra ed Edoardo sono arrivati in momenti in cui evitavamo gravidanze, e spesso mia moglie mi ripete che i nostri figli sono stati l’unico motivo per cui lei non mi ha lasciato, l’unico motivo che le ha dato la forza di lottare per salvare la famiglia e salvare me.
Senza curarmi dei doni che il Signore mi aveva dato continuavo nella mia vita dissoluta, ogni giorno non appena mia moglie usciva per andare a lavoro chiamavo il mio pusher che veniva a casa per portarmi la cocaina, e subito dopo iniziavo a bere super alcolici e quando l’effetto di entrambi svaniva mi deprimevo ed ho pensato spesso anche al suicidio, ma il Signore non lo ha permesso.
In quel periodo mi rimaneva ancora da scontare la condanna penale per “omissione di soccorso” mentre quella per “stato di ebrezza” l’avevo scontata con i lavori socialmente utile presso il comune di Montesilvano.

Presa dalla disperazione, mia madre, fece un voto sulla tomba di San Francesco e pregava incessantemente Santa Rita che è la Santa dei casi impossibili mentre Camilla a mia insaputa e di nascosto iniziò a recitare qualche novena, lo faceva di nascosto perché io non volevo che lei pregasse anzi mi innervosivo tantissimo e spesso le inveivo contro accusandola di sottrarre del tempo alla famiglia.
Mia moglie dapprima ha tentato di aiutarmi in altro modo, credendo che avessi solo la dipendenza da alcool voleva che andassi in un centro per disintossicarmi, ma ovviamente io mi sono sempre rifiutato.

Un giorno casualmente le è capitato di ascoltare una catechesi di Suor Emanuel (Medjugorie) dove si spiega che tutto quello che viene chiesto con il Rosario, ovviamente se è per il bene della nostra anima e se è nel volere di Dio, ci viene concesso. Inoltre viene spiegato anche il valore che ha un sacrificio, una mortificazione offerta al Signore; come ad esempio il digiuno a pane ed acqua per un solo pasto o per alcuni giorni prestabiliti, qualsiasi sacrificio offerto al Signore viene ricompensato con delle grazie. Scoprendo la forza della preghiera ci si è aggrappata con tutte le sue forze, questo era l’ultimo tentativo per scongiurare la nostra separazione.
Così mia moglie chiese a mia madre, mentre era in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo da P.Pio, di riportarle un libricino dove si spiegava come pregare il Rosario.

Una volta entrato in casa il libricino venne riposto in una libreria, Camilla presa da altro non iniziò subito a pregare, ed ogni volta che spolverava la libreria questo libro cadeva, e lei lo riponeva tra gli altri libri e a distanza di qualche giorno cadeva nuovamente cosicché  pensò che ritrovarsi il Rosario di P. Pio tra le mani così spesso voleva significare qualcosa. Iniziò a pregare il Rosario, di nascosto si metteva nel lettone con i bambini e pregava finché durante le litanie si addormentavano tutti e tre.

Inizialmente pregava affinché io trovassi un lavoro, ma quella sarebbe stata più la mia rovina che salvezza, credo che se avessi avuto più soldi a disposizione avrei creato maggiori problemi. Con il tempo oltre ai rosari ha iniziato a fare novene e più pregava e più la vedevo afflitta perché è come se tutto quello che si aspettava non accadesse. Un giorno era raccolta in preghiera, per lo sconforto e la sofferenza recitava le Ave e piangeva, gli arrivò un pensiero in testa “ quassù non abbiamo un ufficio di collocamento, se tuo marito non cambia testa e cuore non si risolve la situazione” questa fù la chiave di volta.
Da allora non chiedeva più il lavoro ma pregava affinché il mio cuore si ammorbidisse, lei da inesperta non conosceva il temine conversione, ma sono certo che lassù le sue richieste sono state interpretate nel modo giusto.

Un pomeriggio di maggio del 2014, mia madre venne a casa e mi propose di andare in pellegrinaggio a Medjugorje con lei, io mi misi a ridere e le risposi subito di no, anzi le dissi che se aveva soldi da buttare li poteva dare a me che li avrei investiti a modo mio.

Dopo circa due settimane, mentre Camilla faceva la novena a Maria che scioglie i nodi potentissima contro il
maligno, mia madre tornò a trovarmi e mi invitò di nuovo ad andare con lei a Medjugorje, ricordo che ero allungato sul divano depresso ed angosciato ad un tratto la mia bocca si aprì e pronunciai queste parole ” ok mamma vengo anch’io a Medjugorje ” e mia madre incredula prenotò subito per paura che  cambiassi idea. Da quel giorno fino al giorno della partenza mentre preparavo la valigia mi sentivo disorientato, non capivo perché avevo detto sì, ripensavo continuamente a quel sì e avevo l’impressione che qualcuno avesse parlato per me. Vi assicuro che non sapevo nulla di Medjugorje, delle apparizioni, dei veggenti, figuriamoci io che non andavo a messa nemmeno a
natale, non mi confessavo da più di 20 anni non lo feci nemmeno per il giorno del mio matrimonio anzi in quel giorno andai in chiesa con la cocaina in tasca.

Fino al giorno prima della partenza continuai ad assumere droga e a bere alcool mi ricordo che il
demone che mi teneva sotto scacco diede il meglio di sé, iniziai a sniffare cocaina dalle 15:00 del
pomeriggio fino alle 3:00 del mattino, passai da un bar all’altro giocando alle slot e bevendo rum,
birra e fernet come se non ci fosse un domani, oggi da lucido penso che quella sera ho sfiorato la
morte ma evidentemente il Signore aveva altri progetti.

Il giorno della partenza, il 29 settembre 2014, ci radunammo tutti a Marina di Città Sant’Angelo, provavo vergogna perché tra i pellegrini c’erano tante persone che conoscevo ed avevo paura del loro giudizio. Ricordo le parole di Don Camillo, padre spirituale che guidava il gruppo “ lasciate le vostre ansie, paure, dolori, angosce, fuori dalla prima galleria di Pineto, perché adesso andiamo a conoscere la Madonna” Non nego che inizia a pregare da subito rispondendo qua e là con qualche Ave Maria.
Arrivammo a Medjugorje il 30 Settembre e dopo il consueto pranzo di benvenuto chiesi a mia madre di accompagnarmi sulla tanto nominata collina delle apparizioni. Dopo la salita rocciosa scorsi da lontano la statua della Madonna, mi allontanai dalla mamma biologica, che però mi seguiva a distanza ed andai verso la mamma celeste.

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Caddi in ginocchio e iniziai a sentirmi strano, come avvolto in un caloroso abbraccio, un amore che non si può descrivere a parole perché sarebbe riduttivo prostrato ai piedi della statua mi abbandonai ad un pianto incontenibile, piansi ininterrottamente  per 40 minuti sotto gli occhi increduli di mia madre che osservava da lontano.

Le mie lacrime pesavano come macigni e più piangevo e più mi sentivo sollevato, leggero e amato.

Non riuscivo a darmi una spiegazione, non capivo cosa stesse succedendo l’unica certezza e che non mi sentivo così bene da tanto tempo. Successivamente mi spiegarono che quel pianto era una liberazione, guarigione dai miei peccati e che la Madonna li aveva portato da Gesù affinché lui mi
perdonasse e guarisse. Nella testa mi risuonò questa frase “ Grazie per essere venuto figlio mio”
queste sono le parole di mamma Maria. Ero io che avrei dovuto dirle mille volte grazie ed invece è stata lei a ringraziare me.
Scesi dalla collina guarito, leggero come nuovo ma me ne accorsi solo successivamente.

Da quel giorno non ho fatto più uso di sostanze, non ho più bevuto alcool e giocato ad azzardo, il tutto senza ricorrere a nessuna comunità terapeutica. Il Signore mi aveva guarito.

Durante il mio soggiorno a Medjugorje: mi confessai, presi la comunione, conobbi Viska e suor Cornelia, segui le catechesi di suor Emmanuel, visitai anche la comunità Cenacolo di Suor Elvira  dove ascoltai testimonianza di ragazzi che avevano le mie stesse dipendenze. Assistetti all’apparizione del 2 ottobre  a Mirjiana e le dà messaggi da riportare a noi tutti, vidi il sole pulsare tutti i giorni alla stessa ora , 18:40, e diventare ostia.

Il 4 Ottobre, giorno di San Francesco D’Assisi, scopri solo dopo che ricorreva la sua festa, caddi
per la seconda volta in ginocchio così come era accaduto sulla collina delle apparizioni, mi
inginocchiai nuovamente davanti alla statua del Sacro Cuore di Gesù;

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una statua bellissima, colorata, un Gesù contento, accogliente. La statua con le braccia aperte quasi a dire “ ti stavo aspettando” stesso pianto e stessa gioia, mamma Maria mia aveva portato da suo figlio.
Non appena tornato a casa raccontai a mia moglie tutta la verità sulle mie dipendenze e sui piccoli debiti che avrei dovuto saldare e chiudere definitivamente con quel mondo perverso. Inoltre le chiesi se potevamo pregare insieme il Rosario perché da solo non sapevo farlo e da allora non ho mai smesso di pregare, recito almeno un Rosario al giorno, la preghiera è la potente arma per combattere le tentazioni ed il male che sempre si insidia, chi prega si salva diceva Sant’Alfonso, la preghiera libera dall’angoscia del peccato e mette nel cuore il desiderio di Paradiso.
Dopo una settimana circa riguardando le foto scattate a Medjugorje notai dei particolari; avevo fotografato il posto dove si lasciano le intenzioni di preghiere, lettere, doni e foto dei nostri cari e tra queste c’erano anche le mie e notai con stupore che girando di poco la fotografia compariva la sagoma della Madonna dietro alla mia mia famiglia.

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Mentre rimettendola dritta compare un bambino che gioca con la farina su un tavolo con dietro un caminetto che somiglia a quello che abbiamo a Vestea nella casa in campagna.

In un’altra foto c’era raffigurata solo una strada in mezzo al verde, la cosa ci incuriosì perché cercavamo di capire cosa può spingere una persona a mettere una foto dove non ci sono individui ma solo una strada tra gli alberi….. poi capimmo.

A distanza di una settimana sentii nel cuore il desiderio di andare a Vestea nella casa in campagna;
arrivati sul posto io non girai verso casa ma ebbi la necessità di proseguire verso il paese successivo, Montebello di Bertona dove c’è una piccola chiesetta dedicata a Padre Pio.
Mi accorsi subito che la strada da percorrere prima di arrivare alla chiesetta era denominata “Via Del Rosario” e c’erano tutte le stazioni con le immagini dei misteri del Rosario; fermai la macchina e chiesi a mia moglie di pregare insieme il Rosario mentre camminavano verso la chiesetta.
All’ultimo mistero poco prima di arrivare in chiesa ci girammo ed ebbi un’illuminazione riconobbi la strada della foto che era simile a quella che portava alla chiesa, il cerchio si chiudeva.
Entrati in chiesa Camilla mi disse che ogni volta che andavamo a Vestea lei scriveva sul libro delle
preghiere e chiedeva a P. Pio di allontanarmi il nemico, di aiutarmi nel combattimento, di guarirmi.
Anch’io a volte la seguivo, prima della conversione, e ogni volta che guardavo la statua del santo avvertivo una certa ostilità nei miei confronti.

Era chiaro tutto ebbe inizio lì Padre Pio aveva portato le preghiere di mia moglie alla Madonna e lei mi ha consegnato a suo figlio nostro Signore Gesù Cristo .
Anche mia mamma mi rivelò che dopo il secondo ritiro di patente domandò aiuto a San Francesco e ad Assisi sulla sua tomba chiese la liberazione dalla dipendenza da alcool.
Dopo la mia conversione la mia vita cambio totalmente direzione: la condanna per omissione di soccorso andò in prescrizione, ripresi definitivamente la patente e trovai lavoro nel settore della distribuzione dei farmaci rifiutando il ruolo di responsabile per evitare il ripetersi di dinamicheperverse e pregresse.
Firmai il contratto di lavoro il 22 Maggio del 2015

(Il 22 Maggio si commemora Santa Rita da Cascia, mia madre la pregava per me chiedendole la grazia di trovare lavoro dato che da più di un anno e mezzo ero disoccupato, fu proprio lei che mi venne in sogno nell’aprile del 2017 e mi chiese se sapevo in che giorno avevo iniziato a lavorare, io gli risposi di no e lei si presentò dicendomi che era Santa Rita e l’inizio del mio contratto di lavoro che fu il 22 maggio 2015, data in cui ricorre la sua festa.)

e soprattutto ritrovai la mia famiglia, recuperai il ruolo di marito ed iniziai quello di padre.
In preghiera chiedevo spesso alla Madonna cosa volesse che io facessi per lei e la risposta non tardò.
Quando ero a Medjugorje sentivo parlare spesso di un cammino chiamato “Le mille Ave Maria” che contava numerosi cenacoli di preghiera in tutto il mondo, uno dei pellegrini partito con me da Marina di Città Sant’ Angelo tale Maurizio ne faceva parte. Un giorno lo incontrai dopo la Messa domenicale e gli chiesi di spiegarmi questa modalità di preghiera; lui da subito mi invitò all’incontro mensile del suo cenacolo “IL SORRISO DI MARIA” a cui iniziai a partecipare con mia moglie. A quest’incontri partecipava anche Marisa una signora speciale che avevo conosciuto a Medjugorje.

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Ero entusiasta di far parte di un gruppo di preghiera Mariano, pregavo tanto fino a tre rosari al giorno e poi novene, coroncina della divina misericordia e donavo circa 15000 Ave Maria ogni mese. Però nel mio cuore si faceva sempre più forte l’esigenza di far nascere un altro cenacolo, ma avevo paura di fallire, non avevo un gruppo di persone e tanto meno un luogo dove incontrarci.

Così insieme a Marisa decidemmo di creare un sottogruppo del “IL SORRISO DI MARIA”. Sotto gli occhi increduli di mia moglie, che mi dava del folle, andai da Suor Teresa, la superiora della scuola materna Immacolata di Santa Chiara che i miei figli frequentavano e le chiesi se potevano ospitarci nel salone ogni mese per l’incontro di preghiera.

Suor Teresa accolse la mia proposta con gioia, e a me, Marisa e Camilla si unirono pian piano diverse famiglie di bambini che frequentavano l’asilo.
La particolarità e che senza conoscerci abbiamo scoperto di aver fatto quasi tutti la consacrazione Monfortiana
Durante un viaggio di lavoro mentre pregavo le Ave Marie sentii nel cuore un pensiero che mi guidò, ma era così chiaro che mi fermai e scrissi tutto; dapprima mi rassicurava ed incoraggiava nel creare un nuovo gruppo di preghiera indipendente dal “IL SORRISO DI MARIA” e poi mi diede dei particolari sull’organizzazione. Feci subito un incontro a casa mia con tutti gli altri per condividere questa iniziativa, Marisa scelse il nome del nuovo cenacolo “Servi di Maria” e nel maggio 2016 andai a Medjugorje da Padre Silvano per l’iscrizione ufficiale del nostro cenacolo e la benedizione.

Ad oggi il gruppo è formato da circa 25 partecipanti, 6 suore dell’asilo e circa 15 bambini, molti di
noi hanno storie pesanti alle spalle, simili alla mia ed ogni volta ci stupiamo dei tanti germogli di
grazia che la Madonna ci dona con una preghiera così semplice delle Ave Maria recitate mentre si è
in macchina, mentre stiri, pulisci le scale, fai le consegne, sei in ufficio ecc.
Il gruppo si è aperto anche a diverse opere di misericordia, una tra le prime è stata quella di
accompagnare ragazzi che non potevano permetterselo economicamente a Medjugorje a fare un
esperienza di pace senza creare in loro un’aspettativa di guarigione. Marisa nel mentre si è staccata
dal nostro cenacolo e ne ha creato uno nuovo “Germogli di Maria”.

Insieme al cenacolo “IL SORRISO DI MARIAsiamo stati nel carcere di San Donato a Pescara a pregare
con i detenuti,

abbiamo dato da mangiare e dormire e aiutatati diversi “senza tetto”, siamo stati invisita con i nostri figli ad un orfanotrofio, fatto la spesa e visitate diverse case famiglia, ogni settimana alcuni di noi vanno a pregare nel reparto psichiatria dell’Ospedale di Pescara ed anche per i bimbi mai nati, contro gli aborti.

Come responsabile del Cenacolo “Servi di Maria” sento di dover ringraziare Padre Silvano e tutta
“l’Associazione Apostoli della Pace” per essersi resi servi inutili di Maria, e a tutti quelli che leggeranno questa mia testimonianza e soprattutto a chi ha delle pericolose dipendenze come quelle che avevo io in passato, mi sento di dire che per sconfiggere questi demoni è necessario gridare aiuto, mettere da parte la paura e l’orgoglio e piegarsi alla volontà di Dio ed esorto i loro familiari a non perdere mai la speranza e di prendere in mano l’arma potente del Rosario e pregare con perseveranza, fede, umiltà e affidamento.

Grazie Mamma Celeste per aver ascoltato le preghiere di mia madre e mia moglie e grazie Gesù per
avermi guarito.

Nicola

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